Casamassella è una frazione di 984 abitanti del comune di Uggiano la Chiesa in provincia di Lecce. La località è situata nell'entroterra idruntino, non lontano dalla stessa Otranto, da cui dista circa 4 km. La frazione è posta su di un altopiano di una bassa collina che è la continuazione della serra, che da Serrano, scende verso Otranto e congiungendosi con la Serra di Montevergine forma la serra litoranea di Otranto-Leuca. Dista dal capoluogo comunale meno di 1 km. La stazione meteorologica di riferimento è quella di Lecce Galatina. In base alle medie di riferimento trentennale (1961-1990), la temperatura media dei mesi più freddi, gennaio e febbraio, si attesta attorno ai +8 °C, mentre quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, si aggira sui +25 °C. Le precipitazioni medie annue superano di poco i 600 mm, con un marcato minimo estivo ed un picco autunnale. Il territorio circostante fu abitato sin dai tempi più remoti. L'abitato dista, infatti, pochi chilometri dalla Grotta dei Cervi di Porto Badisco, uno dei complessi rupestri più importanti del Neolitico europeo. Inoltre, la presenza di numerosi monumenti megalitici nel circondario testimoniano la frequenza umana già dall'età del bronzo. La nascita di un primo centro urbano avvenne quando ad un certo momento un nucleo di contadini indigeni si fermò attorno ad una residenza di qualche feudatario. Nel XIII secolo, sotto il regno di Carlo d'Angiò il castello, circondato da un fossato dotato di un ponte levatoio, era la residenza fortificata del feudatario Ruggero Maramonte. Il feudo di Casamassella passò dai Maramonte ai Sambiasi, ai De Noha e poi ai Dell'Antoglietta fino al 20 maggio 1476, quando il re Ferrante d'Aragona lo riconfermò per meriti bellici a Filippo Antonio Maramonte, discendente del primo feudatario. Nel corso del XVI secolo passò ai Paladini e successivamente ai Rondachi, famiglia di origine greca residente ad Otranto. Dai Rondachi, in data imprecisata, Casamassella passò ai marchesi De Marco, imparentati con illustri casati Spagnoli e Napoletani, che governarono fino a 1806, anno di soppressione della feudalità. La chiesa madre di san Michele Arcangelo risale al XVI secolo con rifacimenti successivi. Nel XX secolo subì radicali lavori di restauro che eliminarono gran parte dell'apparato decorativo interno. La semplice facciata, con un sobrio portale e finestra posti in asse, è affiancata dalla torre dell'orologio civico