Salice Salentino è un comune italiano di 8.708 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato nella zona centrale del Salento, al confine con le province di Brindisi e Taranto, dista 21,4 km dal capoluogo provinciale di appartenenza. Il territorio del comune di Salice Salentino, situato nella parte nord-occidentale della provincia, si estende su una superficie di 58,99 km² e dista 18 km da Lecce. Posto nel nord Salento, segna il confine con le province di Brindisi e Taranto e confina a nord con il comune di Guagnano, a est con il comune di Campi Salentina, a sud con i comuni di Veglie e Nardò, a ovest con i comuni di Avetrana (TA) e San Pancrazio Salentino (BR). La parte occidentale del territorio salicese ricade nella Terra d'Arneo, ovvero in quella parte della penisola salentina compresa nel versante ionico fra San Pietro in Bevagna e Torre dell'Inserraglio e che prende il nome da un antico casale, attestato in epoca normanna e poi abbandonato, localizzabile nell'entroterra a nord-ovest di Torre Lapillo. Particolare della Terra d'Arneo è la presenza di svariate masserie molte delle quali fortificate. Il territorio possiede un profilo orografico pressoché uniforme: risulta compreso tra i 34 e i 99 m s.l.m., con la casa comunale a 47 m s.l.m. e un'escursione altimetrica complessiva pari a 65 metri. Il clima della zona è tipicamente mediterraneo, con estati calde, umide e siccitose, e con inverni freschi e ventilati. Le precipitazioni si concentrano prevalentemente nelle stagioni di autunno e inverno. Il primo documento in cui compare il nome "Salice" è un Diploma di Ruggero il Normanno, Duca di Puglia, datato 10 aprile 1102. Il nome trae origine dalla foresta di piante Salicacee che anticamente sorgeva nell'attuale territorio del comune. Nel 1294 il Casale di Salice, accresciuto di popolazione, venne elevato al rango di Baronia e affidato ad un tale di nome Pandolfo. Nel 1392 passò sotto il dominio di Raimondo Orsini Del Balzo che fece costruire la sua residenza chiamata ancora oggi, pur essendo un rudere, la "Casa del Re". A lui successe il figlio, il marchese Giovanni Antonio. Divenuto successivamente possesso dei baroni Zurlo fino al 1485, Ferdinando I di Napoli ne riprese il feudo, poiché Salvatore Zurlo partecipò alla congiura dei baroni, e lo rivendette alla famiglia Paladini