Tutino è un rione del comune di Tricase in provincia di Lecce. Fino al 1992 godeva dello status di frazione. L'abitato di Tutino, un tempo nucleo separato, forma oggi una conurbazione con l'abitato di Tricase e con il rione di Sant'Eufemia. Il rione è separato soltanto dalla linea ferroviaria Maglie-Gagliano del Capo. È situato a nord-ovest del centro di Tricase. Il territorio di Tutino è stato frequentato sin dal periodo romano; frammenti di ceramica sono stati recuperati a ridosso di un tratto viario che secondo alcuni storici coincide con l'antica "via Sallentina". Al periodo medievale risale una necropoli, con sepolture scavate nel banco roccioso, individuata a ovest dell'abitato nei pressi della seicentesca chiesetta della Madonna della Pietà. Le prime fonti scritte risalgono al 1275, periodo in cui il feudo era diviso tra le proprietà di Guillelmus de Pisanello e Berardus de Tudino. Nel 1398 passa sotto il controllo di Raimondello del Balzo Orsini per volontà del re Ladislao di Durazzo. Nel 1573, dopo alterne vicende, il feudo venne donato da Andrea Gonzaga di Alessano a Luigi Gaza di Trani, al quale si deve l'ampliamento del castello. Nel 1653 fu acquistato dal principe di Tricase Stefano Gallone, i cui eredi conservarono il titolo di baroni di Tutino sino all'eversione della feudalità (1806). Lo stemma civico, situato sotto l'altare maggiore della chiesa parrocchiale, raffigura una mano che stringe un grappolo d'uva. La chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie risale alla seconda metà del XVI secolo. Il primo impianto della chiesa coincide in parte con i due ambienti lunettati a cui si accede da un portale secondario recante la data 1578. Successivamente venne ampliata sul finire del Seicento e ristrutturata tra il 1805 e il 1808. Possiede un campanile a pianta quadrata del 1833, che sostituisce l'originario a vela. La facciata, in carparo, è inquadrata fra due pilastri che sostengono un cornicione spezzato, sul quale poggiano le volute e il coronamento mistilineo. L'architrave della porta principale, che sorregge una statua lapidea di Sant'Antonio da Padova, reca un'iscrizione in latino e la data 1685. Sul lato sinistro della chiesa è addossato il Calvario risalente al 1862. L'interno, a croce latina con copertura a spigolo, conserva l'originario coro ligneo situato dietro l'altare maggiore